Il Gruppo Archeologico “Francesco Orioli” di Vallerano, costituitosi il 28 marzo 2012, si prefigge come scopi il recupero, la bonifica e la valorizzazione dei siti archeologici e di interesse storico presenti nel nostro territorio.
In primis nei nostri progetti c’è il recupero delle grotte del Salvatore, di San Lorenzo, di San Leonardo e di Sant’Angelo. Le prime due meritano particolare attenzione, con affreschi risalenti al XI-XII secolo, esposti agli agenti atmosferici, un intervento di conservazione è d’obbligo.
A parte questi quattro importanti siti rupestri, il Gruppo si occupa anche del recupero di altri siti di interesse storico: la prima attività effettiva è stata la pulizia e il restauro della “Fontana delle Rose” risalente all’inizio del 1700, uno dei numerosi fontanili e lavatoi sparsi intorno al paese, che seppur non più utilizzati offrono uno spaccato della nostra vita passata.
Altri nostri interessi sono la ricerca archivistica (ci siamo attivati per riportare l’archivio storico di Vallerano in paese, altrimenti custodito a Viterbo), l’individuazione di siti di interesse nel centro storico e la raccolta di testimonianze dei nostri anziani, come dice un noto proverbio senegalese “Quando muore un vecchio, brucia una biblioteca”.
A questo proposito abbiamo organizzato nell’ambito del festival “Piccole Serenate Notturne” una serata dedicata ai ricordi di Raul Poleggi, 86enne che ha scritto otto volumi di memorie valleranesi. In occasione della Sagra della Castagna, oltre ad una replica della serata di memorie, abbiamo celebrato il 40° anniversario dalla morte del Maestro Otello Benedetti, e il 100° anniversario della nascita di Agostina Narduzzi.
Oltre alle uscite in loco presso le grotte dei quadratini e dei finestroni, siamo andati in visita a Palazzolo (Vasanello), Orte e Castel d’Asso, dove si trova un’imponente tomba etrusca scoperta proprio da Francesco Orioli.
Le numerose adesioni raccolte in pochi mesi confermano l’attaccamento sincero dei cittadini alla propria cultura, alla propria storia e alle proprie tradizioni.
Composto da persone di tutte le età -il più giovane ha 12 anni-, il nostro è un gruppo che ha ben presenti le difficoltà del mestiere, ma anche la soddisfazione di proporre in continuazione nuove idee e di sentirsi custodi delle proprie radici.