E’ situata lungo la strada che da Vallerano porta a Fabbrica di Roma. Sulla sua origine non si hanno notizie documentali ma quelle tramandateci dalle vecchie generazioni portano a ritenere che il culto per la Madonna fonte di grazia, fosse già presente prima del 1600. La località ove sorge la Chiesa era chiamata la valle dei cinghiali, recita l’epigrafe in latino posta in ricordo del restauro ordinato nel 1747 dal Vescovo diocesano. E la leggenda vuole che siano stati proprio i cinghiali a dissotterrare una tegola con l’immagine della Madonna. Immagine poi raccolta da un boscaiolo ed appesa ad un ramo di quercia per essere ammirata e venerata da passanti al punto tale che si diffuse assai la notizia di grazie e miracoli verificatisi nei pressi di questa immagine.
Si rese necessario così erigere una piccola struttura che consentisse alla comunità religiosa di esercitare sul posto il ministero delle confessioni e le funzioni religiose. Intorno al 1600, considerato l’afflusso di pellegrini, fu deciso di edificare una chiesa più grande affidando il progetto ad un allievo del Vignola e trasferendo al suo interno un grande crocifisso appartenente ai passionisti di Carbognano che tentarono inutilmente di riappropriarsene ma senza successo perché, inspiegabilmente, il crocefisso “ritornò” all’interno della nuova chiesa. Il ripetersi di fatti miracolosi, narra l’epigrafe, fece assurgere la nuova chiesa al rango di Santuario affidandolo ai frati passionisti ospitati per lungo tempo nel retrostante conventino. In seguito, per vicissitudini storiche delle quali non sono date spiegazioni, la comunità religiosa lasciò il sito e la chiesa è rimasta per molto tempo abbandonata anche se la devozione per il Crocefisso non venne mai meno.
La piccola dimora è stata frequentata da qualche eremita ed ha ospitato anche colonie estive di bambini del posto. Poi, nel 1978 il vescovo, Monsignor Rosina, concesse l’uso della Chiesa a gruppi di religiosi che sotto la responsabilità del cappuccino Padre Giuseppe Mercuri hanno provveduto ad eseguire nuovi lavori di restauro e, soprattutto, rinverdito la tradizione e la devozione per il Santuario.