Il suo clima collinare è particolarmente adatto alle colture di castagne e nocciole che costituiscono voci importanti dell'economia locale.
Il territorio è così diviso:
- noccioleto: 678 ettari
- castagneto: 625 ettari
- vigneto-uliveto: 90 ettari
- bosco e incolto: 90 ettari
- centro urbano: 40 ettari
- strade: 13 ettari
- zona industriale: 7 ettari
- zona artigianale e commerciale: 5 ettari
Cenni Storici
Anche se dati certi sulla sua origine possono essere rintracciati su documentazioni collocate intorno al 1200, con la edificazione del Castrum sulla parte più inattaccabile dell’avvallamento naturale scelto dai primi abitanti di queste terre, le prime tracce di insediamento sono fatte risalire all’età del bronzo.
Le stesse opere murarie ritrovate nell’antico borgo medioevale ed altre importanti testimonianze archeologiche portano ad affermare che l’antica rocca edificata sulla gobba tufacea tutt’ora ben visibile, sia stata abitata fin dal 1000 a.c.
La presenza di numerose tombe etrusche, violate e saccheggiate in periodi diversi, e utilizzate in epoche successive prima come abitazioni e poi come fienili, stalle e ripostigli per conservare alimenti o per ricoverare animali domestici, testimoniano come Vallerano fosse integrato nel territorio che ebbe il nome di Etruria.
Soltanto dopo il 300 a.c. con il passaggio dei Romani nella Selva Cimina e con la sconfitta degli etruschi nella battaglia del Lago di Vadimone, l’intero territorio subì il dominio di Roma e, in seguito, le incursioni barbariche con devastazioni e distruzioni, spopolamenti e abbandoni degli insediamenti abitativi.
Dopo l’ottavo secolo, con l’inizio della nuova fase storica e la diversa organizzazione del territorio e con lo svilupparsi del potere della Chiesa e dell’importanza delle sue proprietà fondiarie, Vallerano entrò nel Patrimonium Sancti Petri, con l’atto di donazione che papa Adriano IV fece tra il 1154 e il 1159, e vi rimase per lungo periodo. Ma non sono mancati passaggi da un possedimento ad un altro. Così risulta già una sua sudditanza a Viterbo fin dall’anno 1188, poi rinnovata nel 1254, esattamente tre anni dopo la promulgazione dello Statuto di Viterbo. Può quindi presumersi che è dello stesso periodo lo Statuto di Vallerano sottoposto a revisione e quindi certificato con firma autentica dal Duca Orazio Farnese nel 1534 e infine approvata con bolla apostolica di Paolo III emanata a Viterbo il 19 settembre del 1536.
Prima di questo evento, Vallerano è passato dalle dipendenze della città di Viterbo, ai Di Vico (1188-1278) e poi agli Orsini e di nuovo alla città di Viterbo per ritornare sotto gli Orsini nel 1306. In seguito all’Ospedale Santo Spirito in Sassia e poi nuovamente sotto lo Stato Pontificio per essere infeudato a Domenico Ronconi di Rossano. Intorno al 1500 fu assegnato alla proprietà della Camera Apostolica per poi passare a Pier Ludovico Borgia e, infine, ai Farnese fino a quando, con la distruzione del Ducato di Castro del quale Vallerano, sotto Ranuccio il Vecchio, entrò a far parte, ritornò nel possesso dei pontefici intorno al 1785. Nel 1870, infine, Vallerano entrò a far parte del Regno d’Italia.